Ci sono archetipi elementari che, a seconda delle epoche storiche, si sono radicati nella percezione collettiva per mezzo dell’Arte, principale catena di trasmissione d’avanguardia verso il futuro, ma anche attraverso opere d’ingegno.
Ecco dunque Leon Battista Alberti che ci strizza l’occhio, da centinaia di Secoli addietro, in un assolato pomeriggio fiorentino davanti a Santa Maria Novella, ed ecco il Chrysler building che osserva dall’alto i disastri del Crack della Borsa di New York, e poi la Fabbrica, dalla cui operatività tutti traggono lavoro, così come il Teatro centro dello svago e della cultura e il Condominio simbolo della rinascita nel dopoguerra.
In questo concetto di elementarità, le Village Chairs di Carlo Malerba rappresentano una sintesi emozionale di fattori base derivanti dall’interpretazione e rilettura di edifici universalmente condivisi e riconoscibili, per creare una serie che rappresenti un villaggio utopico.
Gli accostamenti voluti o casuali che si creano tra le varie sedie instaurano rapporti visivi complessi, diversificati e mai banali.